Si scaglia verso l’uscita, decisa a tornare a casa,

pedinata da lui che all’improvviso le soggiunge:

 

-Sembra che io e tu abbiamo un segreto in comune…

Facendola frenare: -Che vorresti dire?-

 

-Beh, io son qui senza la mia fidanzata… tu sei qui senza il tuo Uomo…

Allora, lei s’avvede che costui tenta inconsapevolmente

un AFFONDO DI SPADA

(una Tecnica di Psicoterrorismo: Condivisione d’un Segreto. Vincolare a sé la propria vittima facendola sentire complice o, in caso d’estrema resistenza, ricattabile):

 

ricambia l’affondo col silenzioso morso del pensiero

“Coglione, ci stai provando con quella SBAGLIATA!...”

E, stizzita ma nuovamente memore del suo obiettivo originale

(rievoca e subito scaccia l’immagine ferita del Mago)

Decide, per adesso, d’assecondarlo.

 

Lui, imbaldanzito da ciò, inizia a confidarsi… allude a tante di quelle volte in cui l’ha studiata da lontano, in cui ha sperato di sfiorarne l’anima con un sorriso… parla scioltamente, appetitosamente sicuro di sé.

-Stasera-, le dice, -Io e tu non siamo i fidanzati di nessuno, non trovi?-

 

Lei trattiene l’impulso di scoppiargli a ridere in faccia.

Ma quella sfacciataggine mal repressa comincia a divertirla

Tutto sommato, potrebbe esercitare il suo Potere -

Potrebbe affilare le sue lame su di lui

In tutta calma.

 

Lui non è poi così stupido. Adesso corregge il tiro delle parole, tenta discorsi profondi ed ironici sulla gioventù che va vissuta e sul mondo che va domato, mentre le offre un cocktail dolcissimo e costoso. Vuol convincerla che non è quel fighetto superficiale e donnaiolo che potrebbe sembrare (l’‘amica’ di lei lo sa bene!); vuol convincerla che potrebbe risultarle… interessante.

 

Bonariamente, le stringe la mano libera

(l’altra mano porta il cocktail alle labbra,

labbra facentisi umide/turgide/roventi

in cui lo sguardo di lui scivola sempre più spesso)

E lei ritrova in quella stretta un calore simile a quello sprigionato dalla mano del suo Compagno di Banco.

 

Il resto del mondo oscilla sempre più lontano, in sordina.

 

Ora lui, mellifluo, la raffica di complimenti per la sua bellezza ed intelligenza

Ma lei avverte in ciò una caduta di tono:

son complimenti già sentiti, complimenti molli che le rimbalzano addosso, lusingandola appena. Eppure, per qualche attimo, lui le era parso così… promettente… Peccato.

Ora lei sbadiglierebbe, se non fosse

per quei muscoli di marmo. Morbida anche lei, d’alcool, scruta i guizzi della maschia muscolatura a cui la camicia scollata allude.

 

Costui dev’essere un treno quando fotte

Ma molle ne sente la mente,

Molle come burro

In cui lei affonda le sue lame

Compiaciuta della soffice voluttà

Che stanotte infligge a costui

 

E prega in cuor suo, già annoiata di questo Esorcismo:

“Stanotte non ho paura di perdere il CONTROLLO!

Stanotte, stanotte solamente!!!,

Voglio una sfida VERA che sfami la mia ansia d’ESTASI,”

 

Ma lui risponde a quella preghiera con goffi banali assalti alle sue labbra

che inizialmente lei disdegna con

“Non è così che mi sfamerai!!”

IRA LUSSURIOSA

 

Senonchè

 

 

(torni indietro?)


(INDICE)

 

 

 

 

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