Ma subito si scuote, decidendo che
non ha voglia di tornare a casa – anche se
manca poco all’ora di pranzo.
È tentata/impaurita dal desiderio
di restare sola. Sola al mondo.
Decide d’esorcizzarlo: avvisa per
telefonino i genitori, contatta i soliti compagni e compagne, va a sfamarsi
della loro compagnia: e quando li incontra
finalmente respira un po’,
l’atmosfera sembra farsi più serena,
giocosa, bambina -
il suo Compagno più fedele
– suo caro Compagno di Banco!, durante
quei mesi invernali imprigionati
nella Scuola Istituzionale che addestra i
futuri ingranaggi
del maledetto Sistema –
cerca ed ottiene l’ebbro contatto con la
pelle di lei, afferrandone la mano.
Lei conosce bene quel suo gioco:
lusingata,
in risposta, fissa il proprio sguardo
nelle pupille della sua preda
protraendo la suspence con un
sorriso promettente, da predatore – scatta:
lui (vile, cosa si perde!) ritrae
il braccio che lei stava per azzannare, negando a se stesso il paradiso
dei dannati.
Ma continua a sorridere divertito; e lei
ricambia, eppure
Parte del suo cuore è amara per
quel morso mancato.
Non proprio per il suo Compagno (che forse,
presagisce, è innamorato di lei… povero lui?); ma
proprio per quel morso.
Era il SANGUE che voleva sentire.
Il suo PASTO.
E non fa in tempo a metter via
quell’improvvisa molesta fame/amarezza, che
-Certo che sei davvero fortunata a
ricevere le attenzioni di uno come il Mago!-, si sente dire da un’altra sua
compagna.
Ed in quell’istante lei capisce cosa
intendesse dire
-È come se ci fosse!-
L’Ombra del Mago – ora lei riesce a
vederla! – incombe su di loro, è in loro.
Giacchè per tutti loro è stato, una volta,
Mentore e Protettore
Ma solo a lei il Mago promise TUTTA
la sua Nera Conoscenza
- e lei, sciocca!, l’aveva
accettata!, peggio, bramata!! -.
È questione di minuti:
ignari, lo evocheranno in mezzo al
gruppo
chiedendole come procede l’addestramento
che il Mago le sta impartendo.
Non lo permetterà!:
un improvviso ricordo (falso) d’impegni di
studio la ‘costringe’ a salutare il gruppo in tutta fretta, precipitarsi a
casa, nel buio paterno/protettivo della sua stanza,
no!, ci ripensa, il buio non è più
paterno/protettivo come un tempo,
e, ferma sulla soglia di casa, attende che
il telefonino squilli (lei sa che avverrà presto):
non farà capricci, stavolta – stavolta
concederà la parola a
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