Corre trafelata per strada,
credendo di riconoscere negli sguardi di tutti
i passanti:
“Ma guarda com’è ridotta”
“Ti credevi tanto furba, eh?”
“Le cattive compagnie…”
credendo di vedere un paio di volti finora
amici
voltarsi altrove, fingendo di non vederla,
si sbraccia, sempre più a fatica, per
strapparsi di dosso
una patina di sporco, di lordume
da cui si sente soffocare!, lei stessa!;
ma finalmente, traendo forza dai
Demoni della sua Ira,
Irrompe nell’Edificio del Mago,
sbatte la porta dell’Aula
-SGUALDRINA!!! COSA CAZZO M’HAI FATTO FAR
Ma s’interrompe – per poco la sua corsa non
s’infrange contro le nere spalle
Del Mago,
che, davanti alla Sgualdrina, sta là.
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