Ma, pur tramortita, riesce a replicare…

-… tu… sei sua amica… perché mi stai aizzando contro di lui?

-Lo sai: perché lui vuole che tu lo superi. E perché non c’è altro modo per aiutarlo.

-Aiutarlo… così…?

-Già. E solo tu, che sei Nera come lui, potrai scoprire come.

-… Tu, anzi, la sua Consorte… non sapete come?

-La sua Consorte è Bianca. Lei cura e frena i suoi Demoni più distruttivi, magari ci gioca un po’, ma non si diverte a dialogare con questi – preferisce i suoi Demoni più angelici.

Io sono Rossa: son frivola, carnale, mi piace far casino e con lui mi diverto un casino. Ma io sono una Troia a cui basta fottere i corpi, mentre lui è una Troia a cui piace fottere le anime: perciò, da straordinari amici, non ci siamo mai trombati. Non ci eccitano le stesse cose, capisci?

Tu, invece, magari… chissà. Chissà cosa potresti fargli… ih, ih…

 

 

L’Allieva ha ascoltato. S’immerge nei pensieri, irradiando nella stanza un profondo, religioso silenzio che la Sgualdrina rispetta.

Infine, il silenzio si squarcia come un sacco amniotico,

partorendo la voce dell’Allieva:

-Tu… puoi mettermi in condizione di superare il Mago?

Grazie ai tuoi insegnamenti,

Smetterò d’avere bisogno degli insegnamenti suoi?

 

La Sgualdrina le risponde sorridendo:

-Tegame, io sono una Donnaciò che pure tu sarai. Chi può insegnarti meglio di me?

 

-E potrei persino riuscire ad… esorcizzare i peggiori Demoni del Mago?

Le chiede con imbarazzata apprensione.

 

-Credo proprio di sì-, risponde la Sgualdrina, con un sorriso più ampio. –Ma dimmi,- aggiunge con tono lievemente malizioso –cosa pensi di ricavarne?-

 

-Solo due sciocche cose.

La mia LIBERTÀ

E la sua PACE.

 

 

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