C’è un Maleficio su di noi.
È un rapace nero la cui ombra
Si adagia sul cuore e gli dà ali
Per innalzarsi al Paradiso.
Vi giunge,
Ne gode
Vorace,
Rapace;
ma il Paradiso è preda troppo ricca
che rende il cuore obeso, nauseato
sazio di volare, ora affamato
di guadagnare TERRA… sprofondare
fino all’Inferno.
Vi giunge,
Ne gode
Vorace,
Rapace;
ma è tutto sapore e niente sazietà:
non sfama la carne tormentata
dalla smania putrida e rabbiosa
di riazzannare il Paradiso…
C’è un Maleficio su di noi.
Smagrito da piaceri d’Inferno,
roso, alleggerito, il nostro cuore
distende ancora le ali, spicca un balzo
agile
contro un infernale Paradiso.
Tutto ricomincia. Ed ogni balzo
Costa, costa sempre più fatica,
è sempre più difficile
rigenerare le carni
dopo decine di cadute
pesanti, rovinose…
e vorremmo fermarci,
e DOVREMMO fermarci
a guardare e capire
esistenze di uomini
che vivono e muoiono
e che mai, mai cadranno
all’Inferno
perché mai balzeranno
in Paradiso
ed invidiar la loro pace
a noi ignota, incomprensibile,
striata di un lento
dolore quotidiano
che forse noi saremmo
incapaci d’affrontare.
Noi ILLUSI. Noi VIGLIACCHI.
Noi INNAMORATI
Di quel nero rapace
Che ci abbraccia dell’ombra
Questo/a opera è pubblicato sotto una Licenza Creative Commons