L’indomani,
appollaiata su una scrivania dell’Aula,
magicamente fresca, carica e mattiniera, l’Allieva
attende
l’arrivo, in ritardo (come previsto!), del
Mago.
Si gode il suo volto scavato da profonde
occhiaie,
le spesse lenti degli occhiali che
mascherano a malapena
i suoi occhi inariditi, arrossati, ringhianti.
Ha passato una notte insonne/agitata, si
vede! E lei…
… velenosamente, gli domanda
-Allora, si comincia come al solito? Mi
spieghi i dettagli di ciò che m’hai combinato ieri sera?
Il Mago, per la prima volta, NON le
risponde. Invece, dribbla con una domanda sua che le rivolge con voce…
-Dopo ieri sera… cosa pensi che io provi?-
… turbata.
Lei s’acciglia appena… ci riflette un po’…
infine, replica con tono… solenne:
-/PAURA/.
Frustato da quella parola magica,
-Può darsi. Ma, come vedi, non
scapperò…
il Mago tenta di schermarsi con un
maschio sciocco proclama di fermezza/abnegazione
dal Demone della Paura che lei gli
ha appena scagliato contro.
“Non sai più fare di meglio?”, commenta lei in cuor proprio, ghignante…
Sempre di più lei gusta i Demoni di cui vede
avvolto il Mago, serpi che gli strisciano addosso, che lo stritolano!;
ed ora gli ha aizzato contro persino un
Demone della Paura
- il proprio Demone della Paura:
Per tenerlo sotto il più stretto
controllo:
vuole che il Mago TEMA d’avvicinarsi troppo a lei
con addosso tutta quell’Oscurità
ribollente.
Intuisce che, per quanto in vantaggio, col
Mago non deve mai abbassare la guardia, specialmente ORA.
-Vedo che stai prendendo gusto ad evocare
Demoni. Anch’io, un tempo, ero così; ma poi mi son
Improvvisamente la porta dell’Aula si spalanca!: s’affaccia da essa
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