il Mago percepisce una tonalità insolita
della penombra che avvolge i suoi corridoi:
troppo cupa e densa, persino per lui. Non ci bada troppo:
dipende sicuramente dal suo attuale stato d’animo.
Punta verso la cucina. Quindi, senza
accendere luci, punta verso il frigorifero per estrarne qualche bevanda.
È stanco e, al tempo stesso,
ferocemente eccitato.
Ed affranto. In queste ultime ore,
lui ne è ben consapevole, una linea di non-ritorno è stata varcata.
Mentre adagia la mano sulla maniglia del
frigo,
I suoi pensieri corrono alla Consorte:
dormirà? Forse, starà fingendo di dormire… lo assalirà non appena scivolerà fra
le lenzuola;
o forse sarà addormentata, ma di quel
sonno leggero e malizioso che fa assumere al suo corpo disteso conturbanti
geometrie. Allora sarà lui ad assalirla, e mentre s’azzanneranno e
godranno
Lei esigerà il resoconto della serata
E lui le risponderà che…
Che…
Indugia su come articolare il suo racconto
nell’atto di spalancare l’anta del frigo:
ma in quell’istante lui si ritrae!,
nell’avvedersi che la pallida luce che ne
sgorga genera ombre differenti, anomale.
Il Mago s’accorge che tutto il
disordine in cucina è differente.
Cauto, silenzioso, adesso striscia
nell’ombra, preparandosi a ghermire un’ombra più estesa delle altre, un’ombra
mai vista prima qua dentro;
ecco, le è quasi addosso e davvero
l’ombra appartiene ad un corpo umano
ma
un corpo steso sul pavimento
TRASALE!
Il corpo della sua Consorte
“Cazzo”
Strattona il panico – sa che non deve
spostarla
“Cazzo – i miei amici al Pronto Soccorso –
AAAAHHH!!”
Si lancia verso il telefono
“Oh, Dea, oh, Dea, non avrei dovuto!? - ”
Compone il numero del Pronto Soccorso
“Codice Rosso – no, NON DI NUOVO – per
favore – quanto ci mettono a”
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