Al calar della sera,

il Mago ultima la vestizione cingendosi delle ultime scintillanti/acuminate borchie.

La Consorte lo contempla in silenzio; infine, lo stuzzica con le seguenti parole:

-E così esci di nuovo con chi so io… stavolta potrei esserne davvero gelosa, sai?

-Beh,- le replica lui, -una valida alternativa ci sarebbe… esci anche tu.-

-Non fare il furbo… sai benissimo che la vostra idea d’uscita non mi diverte… dovresti restare tu con me…- gli sussurra lei, strusciandoglisi accanto come un felide esotico.

Lui, amareggiato/eccitato/divertito, ricambia le carezze del corpo di lei, sibilando: -… lo sai… devo andare… anche per te…-

-Sì, certo, tutte scuse- risponde lei, strappandoglisi di dosso, volutamente brusca; -Intanto, te ne vai a ballare!, e

-Sai bene che non ballo: io pogo – travolgo – distruggo. Eppure… Sarò negato a seguire il ritmo col corpo, ma il mio orecchio ne riconosce perfettamente la scansione, le scale, gli accordi che lo compongono…

… insomma, nel seguire il ritmo con l’anima, sono un dio!… o è meglio dire: un diavolo?

-Dovresti aspettare che siano gli altri a dirtelo!-, lo punzecchia lei, argentina.

-Bah… solo i deboli dipendono dalle lodi degli altri…

-E solo i superbi si lodano da soli!

Lui ricambia l’acutezza della battuta di lei con un sorriso compiaciuto e lascivo

 

Del resto,

Lui prova lussuria per pensieri

Vellutati che han forme tornite

/flessuose di glutei d’una bella

Fanciulla, oppure forme brillanti

/affilate di unghie smaltate,

di sorrisi maliziosi

 

E commenta:

-Trarrò ispirazione da ciò che mi dici, lo sai?

-Dunque… tu mi usi?

-Sempre, Consorte mia… ma sempre con amore.

-Non mi dire…- ribatte lei con tono un po’ strafottente.

 

Allora, lei gli si accosta nuovamente:

Prima, fittamente dardeggia di baci minuti/furtivi il suo collo teso, muscolare, maschio

Poi, vi fa scorrere a fil di pelle le sue papille umide, elettriche, estorcendogli quei noti brividi a prova di noia e sazietà

Infine, MORDE – aggancia coi denti un lembo della sua carne – stringe/tira, salivante un appetito antico/represso,

appetito soddisfattole dal gemito che lui si lascia sfuggire.

 

Momentaneamente sazia, gli chiede:

-Dimmi… t’è piaciuta di più la dolcezza iniziale, oppure la violenza finale?

-Come potrei rispondere?

Dolcezza e Violenza erano parti/fasi della stessa Estasi

l’una preparava l’altra,

l’altra presupponeva l’una.

Gli INCANTESIMI – lo sai benissimo – si costruiscono proprio così!

 

-In tal caso… incasinale per bene, quelle puttanelle. Ma ricordati che il… pezzo forte della serata è esclusiva mia.

-Ma certo-, s’accomiata lui con un sorriso complice –sarà fOtto.-

 

Esce di casa,

compiaciuto dell’ultima paronomasia,

ebbro dei succhi di lei che dall’ultimo lunghissimo bacio gli stillano ancora nella bocca;

 

entra nella sua minuta/scattante automobile, l’avvia;

e l’ebbrezza custodisce l’anima del Mago per l’intero tragitto

che lo conduce al luogo dell’appuntamento,

 

dove l’Allieva ed il suo Uomo attendono…

dove alla vista di costoro l’ebbrezza, suo malgrado,

muore.

 

 

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