Anche suo Padre fu un brav’uomo, di non minore saggezza,

ultimo d’un clan di Maghi forgiato da terribili guerre per la sopravvivenza,

che mai, tuttavia, aveva perso

il gusto per la poesia. Ma passioni e ferite insondabili

inflittegli nella gioventù avevano reso suo Padre più pratico,

forse troppo pratico,

Come tutta una Civiltà. La LORO bella, crudele, ottusa Civiltà.

Per parte sua, suo Padre

L’aveva educato in modo SPARTANO,

secondo i principi millenari di una cultura tribale.

Cercava d’abituarlo alla fatica;

Insisteva che la sua Volontà fosse almeno ferrea:

Se il Mago piangeva per una qualsiasi ragione,

suo Padre lo bastonava finché non aveva smesso.

 

Qualcuno giudicherebbe tutto ciò mostruoso;

ma il Mago non rinnegava il proprio Destino –

anche perché molto meno sfortunato di tanti altri.

Aveva perso qualcosa, certo;

ma aveva guadagnato assai di più.

 

Non rimpiangeva alcunchè del suo corredo genetico.

Riconosceva il Sogno condiviso da chi lo generò, e

Dai suoi predecessori voleva prendere ciò che fu buono,

aggiustare ciò che non lo fu, e

crearne qualcosa di nuovo e meraviglioso.

 

NON ERA AFFATTO UN INFERMO!!:

Aveva la Volontà per compiere imprese terribili!!!!

 

 

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