Mentre camminano per il corso della città
(una via logora, dai colori opachi, fatta
di pareti desquamate come serpenti in muta; via, eppure, benevola col Mago –
giacchè gli offre abbracci di lunghe ombre taglienti)
Lei gli parla, con ancor più entusiasmo
del solito, della sua ultima scoperta:
no, non una scoperta scientifica,
stavolta,
bensì un negozio, un nuovo
negozio che vende cose
-… Interessanti anche per te, vedrai!
Eppure, la proposta della Consorte fa
scattare un campanello d’allarme nella Sensibilità del Mago:
le oppone resistenza, ma la sua resistenza
è stranamente debole e vana e…
… si ritrovano davanti alla vetrina del
negozio in questione quasi senza accorgersene, presi com’erano ambedue dalla
loro maliziosa schermaglia.
Anche l’ultima obiezione ad entrare
-… Daaaii, entra solo tu, compra
ciò che ti piace, io aspetto qua fuori…
è vana: -Invece voglio che tu entri con
me!-:
in men che non si dica il Mago si ritrova
incalzato da scaffali stracolmi di simboli antichi che lui conosce fin
troppo bene – spade, coppe, pentacoli, triskelia, sigilli di
numerose divinità… -
la coda del suo occhio incontra le
fattezze del negoziante
(è una donna: pur giovane, il suo corpo
mostra segni di tormenti che l’hanno ripetutamente graffiato e, forse,
continuano a graffiarlo; il suo sguardo è cauto/diffidente, forse timoroso di
nuovi graffi) e, a quella vista,
qualcosa divampa dentro il Mago… Gli
sfugge un sogghigno noto.
Inizia a studiare la merce in vendita. Il
suo mantello nero aleggia fra gli scaffali, leggero ma incombente: un oggetto
sfiorato dal mantello oscilla e cade – nessun danno, però: non era un
oggetto fragile.
Il Mago lo raccoglie, lo commenta con un
tono di voce più basso/cupo/penetrante del solito, lanciando complimenti ad
esso, complimenti che vanno a rimbalzare sulla negoziante, miscelati con
precise allusioni:
“STREGHETTA, IO SO COSA CERCHI D’ESSERE.”
La negoziante finge indifferenza, ma
(il Mago lo vede bene)
Qualcosa si flette nel suo sguardo, indispettito.
Aizzata dalle allusioni, dà risposte chiare ma spezzate, ostilmente educate,
che confermano le sensazioni del Mago…
… finalmente,
e la negoziante spara per la statua un
prezzo improvvisato, fingendo di proporre un affare.
Saldati i conti, il Mago e
mentre il Mago indugia a studiare,
divertito, il paradosso del
messaggio: ‘DIO C’È’ spruzzato a
lettere cubitali
su un cassonetto della spazzatura,
Il Mago si riaccosta alla Consorte,
sorridendo! – le ruba un bacio fuggitivo, e le risponde:
-Furbacchiona, forse sono stato
prevenuto, ma sentivo che non avresti avuto sconti. Forse è
questa la vera ragione per cui avrei preferito non entrare.
D’altra parte, forse era Destino
che tu mi trascinassi là dentro;
e, forse, quella streghetta
ha fiutato subito la mia Oscurità.
Oscurità che lei ha temuto: è
probabile che lei t’abbia gonfiato il prezzo per dissuaderci dal tornare.
Dunque, m’ha considerato MALVAGIO. Dunque, s’è mostrata DEBOLE, incapace
d’accettare la mia Oscurità. E s’è mostrata STUPIDA: se fosse stata una
strega ben addestrata, avrebbe conosciuto la funzione ultima svolta
dalla Stirpe Nera in questo Sistema:
mettere alla prova!
Evidentemente, dovevo mettere alla
prova quella streghetta lì – prova che non ha superato.
Temo proprio che i suoi Demoni
continueranno a disfarle corpo ed anima;
che invano cercherà di sfuggirgli
con incantesimi da dilettanti;
e soprattutto temo che continuerà a dare
colpa dei suoi fallimenti a me e ai miei simili,
anziché a se stessa, alla sua incapacità
di dialogare coi propri Demoni!
Beh, CAZZI
SUOI.
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