era ancora un acerbo Seminarista, un
Novizio, quando incontrò per la prima volta un bambino (anzi, quasi
adolescente) alquanto… particolare.
Ne riconobbe il fragile irrequieto
brillare
-… su un filo di lama in bilico tra genio
e follia. In lui riconobbi me stesso. Lo trovai bello/APPETITOSO!
E riconobbi in lui gli stessi rischi che ho corso io a quell’età.
L’età ardente/disperata
in cui la tua stessa essenza ti schiaccia,
in cui sei tentato di lacerare
quella tua diversità, quel malefico talento nel pensare
che ti rende lontano dagli altri,
in cui inizi a temer d’essere davvero colpevole,
come dicono gli altri, di essere diverso
Giacchè ai tuoi pensieri spuntano artigli,
artigli in grado di squarciare ciò che avrebbero voluto accarezzare…
A quel tempo, io ero già un Critico
d’Arte, laureato in Filosofia, laureando in Teologia. Esteta, Intellettuale,
anzi, quasi qualcosa di più… sapevo molte cose, non vedevo l’ora
di metterle in pratica, e…
Dopo aver facilmente conquistato la
fiducia dei suoi parenti, l’ho incontrato più volte.
Ci ponevamo in disparte, al riparo da
interferenze esterne, ed iniziavo a spingere la sua famelica curiosità verso
molte di quelle cose. E poi
-Tu l’hai…?
“… Scopato?” Lei esita nel portare a compimento la sua
domanda. Pensa a pagine di giornali che strillano storie nauseanti di Preti che
stuprano ragazzi, pensa che questo Prete è il suo parroco!, che l’ha
vista crescere, che lei non ha mai sospettato
-So cosa pensi ora. Ma tu non hai mai
avuto da temere nulla da me. E neppure il Mago. Qualcuno potrebbe
accusarmi d’averlo scopato MENTALMENTE;
Ma io son convinto d’avergli fatto solo
del bene!
Né mi sento responsabile dei suoi peccati:
i nostri peccati sono prodotti delle
nostre scelte.
E lui era consenziente, avido della
Conoscenza a cui gli davo accesso.
Gli ho dato dritte, gli ho fatto leggere
libri. Soprattutto di Teologia.
Teologia AVANZATA,
NON quelle superficiali stronzate
che rifiliamo a mocciosi, ingenui e comari durante i Catechismi.
Un impulso ringhiante fa irrompere dalla
bocca di lei la domanda
-Tu… gli hai anche parlato di Demonologia?
-Certo. Ma solo per accenni. Sapevo che,
se
Ma dimmi… perché proprio questa domanda?-
, ammicca il Prete, forse non senza malizia.
Lei, timorosa d’aver fatto un passo falso,
esita a rispondere.
Il Prete s’alza in piedi… assume una posa
autoritaria, tipica della sua categoria, posa a cui lei reagisce:
-Tu… vuoi farmi rispondere con un incantesimo?
-Forse. Ma forse non ce n’è bisogno. Tu
hai bisogno di capire cosa ti sta facendo il Mago, ed io potrei aiutarti…
Così dicendole, il Prete la incalza
con uno sguardo quasi… ammonitore. Sguardo che lei evita… chinando il capo…
rispondendo, quasi a fil di voce
-Lui… mi sto facendo… istruire da lui… e
m’ha detto cose… non so se anche tu, con lui… e… m’ha chiesto di… evocare
Demoni.
Il Prete trasale. La sua espressione si fa
corrucciata.
-Aspetta. Prima di dirti altro, voglio
sapere cos’hai imparato da lui
sulla natura dei Demoni…
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