S’alzano dalle poltrone per puntare verso
L’Allieva rimane appena indietro rispetto
al Mago, e s’avvede che lui
Sta impostando un passo più solenne e
leonino del suo solito;
osserva l’ampio gesto con cui adagia i
gomiti sullo sportello
sorridendo altrettanto ampiamente alla
Cassiera in servizio (una donna piuttosto matura, conservante una composta
avvenenza), e solo adesso s’accorge
che oggi il suo pizzo è rasato con cura ed
angolazione impercettibilmente più studiati, differenti;
ascolta le parole che rivolge alla
Cassiera, parole forbite e sfacciatamente confidenziali, quasi invadenti –
parole a cui
ma intanto il Mago insiste nel far
balenare sulle retine
l’esotico anello di platino incoronante
una falange affusolata,
l’onice nera incastonata in argento che
gli ciondola sul cuore
- i movimenti della Cassiera rallentano…
pedinando l’eco dei movimenti del Mago… a partire dalle labbra che ora ne
riecheggiano il sorriso… ora concede più attenzione alle sue confidenze, alle
sue battute – risponde, persino riecheggiandone i modi di dire!,
ed ecco!, con gesto sacerdotale
il Mago sfila dal suo Nero mantello una
Carta di Credito Dorata!,
il cui fulgore fa trasalire sia
che, cosciente della scossa d’eccitazione
inflittale da quella vista,
s’avvede che l’effetto benefico del
Bandire si sta indebolendo
mentre
ma… qualcosa non funziona.
Vergognandosi del malfunzionamento,
il Mago accetta le scuse indulgentemente,
fa dono alla Cassiera d’uno sguardo promettente e intenso,
va via con l’Allieva
che, frastornata/turbata, domanda:
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