Non badare troppo alla pazza sega che mi sono appena concesso: non mostra certo la parte migliore di me, parte a cui ho dato via libera solo per principio di sincerità, o forse perché tu la curi SMENTENDOLA! DISPREZZANDOLA! Ora – torniamo alle cose… serie.
Finora ho scritto in uno stile non casuale: una commistione, fin qui, di prosa e poesia che avrebbe un’illustre antenata nella Vita Nuova di Dante Alighieri (ma questo scritto potrebbe ricevere il più degno titolo di ‘MORTE NUOVA’, che ne dici?);
ed avrai notato che nei versi precedenti ho ricontestualizzato certe tue espressioni antiche – concetti – parole magiche (gli Psicologi fanno qualcosa del genere col giochino del dire un nome ed invitare il ‘paziente’ a rispondere con un altro nome).
Ora voglio renderti il tutto più chiaro e dominabile con una spiegazione a tratti pallosa – l’esordio d’un saggio demente dallo sfrontato titolo di
CORSO D’EROTISMO MISTICO PER
Fa’ un bel respiro, non farti intimorire da tutti questi santi paroloni (quanto li ha prostituiti e stravolti la nostra marcia Civiltà!): te li spiegherò nitidamente nel corso di questa mia prima LEZIONE. Forse pure ultima?
Del resto, di qui in poi, il tono cambia – giacchè QUESTA È ROBA PERICOLOSA PER GENTE PERICOLOSA. Roba che non si osa fare in nessuna Scuola, almeno dai tempi dei Greci! Giacchè questo corso non trasmette semplici nozioni, bensì trasmette (appunto) Emozioni e, mentre le studia e fa studiare, lambisce e si lascia lambire dalle loro fiamme – questo corso insegna Incantesimi, insomma, e per poterli insegnare dev’essere Incantesimo esso stesso;
E neppure nego che perciò possa far divampare nel lettore imprudente stati d’animo deliziosamente perversi!: giacchè, se tu vorrai proseguire, qui ti renderò più consapevole della nostra Oscurità, e ti dichiaro sfacciatamente, φιλτάτη μου, che
tu potrai sbranare innumerevoli amanti. Io, dal canto mio, un tempo ho dato il primo morso alla tua verginità iniziandoti all’orgia delle anime scatenata dal pogare;
stavolta, voluttuosamente dilaniato dalle distanze che ci tengono separati, ti voglio accarezzare e stringere e baciare e mordere con le uniche estensioni di me a cui sarebbe concesso – con cui so farlo MEGLIO:
le PAROLE,
infidi mirabili vascelli di emozioni e pensieri.
Forse dovrei andarci piano: non ho mai concesso una simile occasione di sfogo a questo lato di me che a suo tempo tu hai certamente subodorato e pungolato pazientemente – alla Bestia che mi fa scrivere questo lucido delirio ustionante – ma, ripeto, lo faccio per te sola, fiducioso nel tuo giudizio, nella tua comprensione, nella tua riservatezza e nella gratitudine della tua voluttà…
Data la dichiarata pericolosità di questo corso, debbo immediatamente RIBADIRE – e lo farò con una franchezza riservata solo a questo tipo d’istruzione, e solo a te – le mie esatte intenzioni:
In primis, ciò che non voglio:
1. NON voglio corteggiarti. A prescindere dal fatto che possa farlo o meno, ciò sarebbe quasi offensivo nei tuoi confronti, data la sua banalità: mi gioco le palle che di corteggiatori con cui ingannare la noia ne hai già a bizzeffe – sia dichiarati che taciti.
2. NON voglio nemmeno fotterti… almeno per ora ;-p : non tanto per certi ovvii divieti, quanto per il fatto che, probabilmente, ciò che ti serve imparare del sesso lo stai già imparando dal tuo Uomo;
ma, se ho ben capito alcuni aspetti del vostro rapporto, ciò che staresti imparando da lui è la tecnica, NON l’Arte. L’Arte del sesso riguarda un livello avanzato di questo corso, e non credo che il Destino autorizzi/imponga a me d’impartirtela… eh!, eh!, che maligno ;-p
Ecco invece ciò che esattamente voglio e le mie ragioni:
all’inizio ti dicevo che ho assai meditato sulle profonde ragioni per cui tu mi calamiti verso te.
ma il nostro ultimo chiarimento aveva parzialmente trionfato su di essa, sgombrando il campo ad una risposta semplicissima:
TU MI CALAMITI A TE PERCHÉ,
NONOSTANTE
Pertanto, ci ritroviamo ad oscillare
fra il piacere di toccarci ed il dolore di non toccarci abbastanza/bene,
fra il desiderio di toccarci e la paura delle conseguenze.
Sappi che CIÒ È
Tu, però, ti sei mai chiesta che tipo esatto di piacere vuoi?
Sessuale? Non penso: in teoria dovresti già averne quanto e quando ti pare.
Il piacere d’un Amore sinceramente provato, ricambiato e felice? Mmmm… questo, in realtà, lo vuole una parte di noi tutti. Quante volte, però, questa parte di noi viene contraddetta da ben altra parte – quell’Amore Nero che tanto gode nella Sofferenza!! Inoltre, a mettere in ballo l’Amore (qualunque Amore esso sia) farei un passo più lungo della gamba; giacchè piacere ed amore non vanno per forza a braccetto (lo dice anche un certo De Andrè nella sua Buona Novella), ed io personalmente, anche se sono certo d’amarti come insegnante e come fratello,
non afferro ancora appieno (ammesso e sperato che mi sia mai possibile) la misteriosa, paradossale, incontenibile, squarciante natura del groviglio costituito
dal mio innamoramento – dal mio selvaggio, geloso desiderio di te,
dal mio Amore di Maestro / fratello per te e
dall’Amore Bianco per la mia Consorte…
Insomma, parlare d’Amore in questa sede mi sembra davvero inappropriato, sia per te che per me.
Rimaniamo concentrati sul piacere, dunque:
è perlomeno certo che
IL PIACERE CHE TU CERCHERESTI DA ME È UN PIACERE CHE, AL MOMENTO, NESSUN ALTRO TI POTREBBE DARE. Altrimenti, l’avresti cercato altrove, e m’avresti già sciolto dal tuo incantesimo con un rifiuto secco ed insindacabile.
Allora mi sono chiesto: cosa ho io che gli altri non possono darle?
Conoscenza? No, non credo affatto si tratti di lei.
Nella mia ottica – e, lo sento, anche nella tua!, il Piacere è un FINE,
mentre
-Ah, l’Anima! Emerge pure qui che sono proprio le Anime il nostro cibo prediletto (le Carni ne sono ‘solo’ stuzzicanti contorni!), cibo prediletto di noi Neri!! Anime di persone, di cose… anche di libri! Tu vuoi la mia anima, dunque? Cos’ha di tanto appetitoso? Beh, continuiamo ad indagare…-
Quand’ecco, mi sono chiesto: cos’è quella cosa al CENTRO della mia anima che, in tutti questi anni, l’ha spinta a vestirsi di Conoscenza e sprigionare al massimo il suo fascino?
E la risposta è stata:
Ma qui subentra un paradosso: come
può la mia sola BRAMA di piacere sfamare la brama di piacere tua?
Ti confesso che questo paradosso m’ha atterrito. Potrebbe volerci l’intera eternità per trovare risposta certa ad una simile domanda.
Quindi, mi sono rammentato che i comuni borghesi son del tutto incapaci di porsi domande del genere. Noi, invece, siamo consapevoli; e ciò ci rende ancora più simili l’un l’altro. Ed allora ho pensato che forse tu vedi in me (cosa che ho già detto prima, ma in termini differenti) un possibile momentaneo COMPAGNO NELLA RICERCA DEL PIACERE ASSOLUTO. E forse, φιλτάτη, io vedo la stessa cosa in te.
Ecco, da quest’ultimo pensiero è scaturita l’idea di siffatto ‘corso’.
Dovrei cominciare col parlarti de
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