-Sai, io faccio dei sogni ricorrenti. Forse tu puoi aiutarmi a decifrarli, in modo da fare emergere il meglio di me stessa…-, gli accennò lei.
-I sogni sono il teatro favorito delle Fantasie:
Conoscerli bene ti permette di snidare i tuoi Demoni personali-,
le rispose il Mago.
-Sì, certo. In particolare ne faccio due…
-Raccontameli pure! Son curioso…
-In uno, mi viene incontro un Angelo. È stupendo, è l’essere più santo e bello e amabile che si possa incontrare! Io m’avvicino a lui e
Lo sbatto in terra e gli strappo le ali!
-Sogno carino-, commenta il Mago con espressione… compiaciuta. –Potrebbe avere diversi significati.
L’Angelo potrebbe essere una proiezione di te: ti senti forse tediata dai talenti che ti rendono diversa/speciale? A volte vorresti amputartene?
-Uh… non so…-, sussurra lei, imbarazzata.
-Oppure, l’Angelo rappresenta chi/cosa più desideri: lo sbatti in terra e gli strappi le ali perché non possa più volare via da te.
-Quest’interpretazione… non mi piace.
(Il Mago, stavolta, sogghigna.)
-Beh, ce n’è un’altra: l’Angelo rappresenta la purezza e giustizia e santità che si rifiuta di stare sulla terra… ma ci pensi tu!
-Questa è più carina!
-Ma non per questo la più giusta-, punzecchia il Mago, bonariamente. –Mi sa che dovrò conoscerti meglio.
Ah, già, quasi scordavo – e nell’altro sogno?
L’Allieva assume un’espressione concentrata. Sembra quasi che aspettasse proprio questo momento. Sceglie le parole, inizia a raccontare:
-Nell’altro…
(il volto dell’Allieva s’accende di tenue rossore)
… ecco,
sto percorrendo un’antica foresta solenne/nebbiosa,
per conquistarne il centro, una radura
in cui troneggia una statua di marmo circondata da braci e da rovi.
La statua ha le fattezze TUE,
e sulla sua base emanano luce propria
i graffiti ΚΑΛΟΣ ΚΑΙ ΑΓΑΘΟΣ,
le antiche parole… magiche?, maldestramente traducibili
(me l’hai insegnato tu!) in:
bello e buono.
Io m’inginocchio in adorazione,
contando, ardente e devota, su una grazia…
ed ardenti sono le parole di lei, mentre gli racconta:
vampe di fuoco che lambiscono il volto del Mago,
cogliendolo alla sprovvista, ustionandolo!:
fu allora che il Mago ebbe la certezza dei Talenti Oscuri di lei.
Le risponde
(fiducioso appellativo con cui il Mago amava chiamarla),
raramente il bello coincide con ciò che… è ritenuto buono.
Ti rendi conto di ciò che chiedi?
-Io sento-, ribatte lei con energia insospettata, -che tu puoi insegnare a me MOLTO DI PIÙ,
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