sua ultima aspirante Allieva

(fin qui è giunta, inconsapevolmente attesa:

distogliendo il Mago dal paziente restauro dell’Aula

– da lui seminata di libri ed apparecchiature –

lei, deliziosa, gli avanza incontro, irta d’una giacca in pelle oscura

Che chiaramente adula le vesti nere/taglienti del suo remoto Insegnante):

 

“Ah,” pensa nello studiarne le emozioni dipinte sul volto “di nuovo quell’entusiasmo, quell’avida limpida gioia, quella sciocca adolescente illusione d’essere pronti a tutto, di saper sintetizzare il POTERE DI FAR MALE in quattro parolacce – vandalismi – bullismi – sottomissioni?”

Assapora tutto ciò, l’assapora assieme alla limpida fiducia che costei nutre in lui – ma non si fa illusioni. Non più. E,

ormai consapevole del fatto che

tutta la preparazione teorica sulle perversioni di poeti maledetti e tutti gli avvisi di pericolo non hanno fatto altro che eccitare la curiosità della ragazza, che s’è fatta di tutto ciò chissà quale idea,

il Mago, con triste e benevola lussuria, s’accinge ad illustrarle l’essenza d’un Male promesso,

s’accinge a FOTTERNE L’ANIMA CON AMORE NERO!

 

Ma prima, lo sguardo e la mente del Mago indugiano attentamente su di lei –

Lui vuole ricordarla così com’è ora,

nel caso in cui non la riveda mai più

come alla vigilia d’una MORTE,

nella mente del Mago sfrecciano i ricordi

di quando la ri-conobbe – quando sperò/temette che fosse lei l’Allievo giusto


(torni indietro?)


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