GRIMORIUM NIGRUM

(un VERO Corso romanzato di Magia)

 

 

 

Κα οδες μ διαλαβν τ περ το καλουμνου διαβλου κα τν γγλων ατο, τς τε πρ το διβολος γεγενσθαι οτος ν κα πς γεγνηται διβολος κα τς ατα το συναποστναι ατ τος καλουμνους ατο γγλους, οἷός τε σται γνναι τν γνεσιν τν κακν.

(TRADUZIONE:)

E nessuno sarà in grado di conoscere la genesi dei mali

Senza aver chiarito ciò che riguarda il cosiddetto Diavolo e i Suoi Angeli,

chi era costui prima di risultare Diavolo,

come sia risultato Diavolo

e quale fosse la causa per cui i cosiddetti Suoi Angeli si sono ribellati insieme a lui.

 

ORIGENES, Contra Celsum IV, 65

-Egli fu uno dei pochissimi ad osare tuffarsi nell’Abisso di Dio.

-Egli fu uno degli ancora meno a riemergerne.

-Riemergendone, trattenne fra le sue mani un frammento di quell’Abisso.

-E nessuno riusciva a staccare gli occhi da quel frammento, pervaso d’ebbrezza e disgusto.

-Quel frammento era il Grimorio.

 

AL ASWAD, Grimorium Zero

 

 

Il Mago (o Strega), l’Apprendista, le Iniziazioni

 

Fra gotiche intricate geometrie

D’un maestoso Edificio semidiroccato

(che a detta dei più anziani abitanti del quartiere fu un tempo una Scuola)

Il suo nuovo insolito proprietario,

un antico Mago Nero,

misura con passi felini l’estensione della propria solitudine.

 

Là dentro, la sua Magia Oscura sarebbe morta con lui – per fortuna –?

 

Per l’ennesima volta è pugnalato dal ricordo di colei che fu la sua prima Allieva – forse, la sua Allieva più promettente:

la sua condanna perentoria,

bigotta?:

lei l’aveva condannato solo perché lui le aveva mostrato cosa davvero fosse l’Oscurità.

Eppure lei era così entusiasta, all’inizio – così predisposta e volenterosa nel conoscerla!

Ma quando l’Oscurità la molestò – la molestò nell’anima, con dita gelide frementi sudate di pervertito – dita che lei aveva imparato a conoscere e dimenticare in incubi più antichi di lei – eppure il Mago l’aveva avvertita!, – lei lanciò un urlo muto ed acutissimo.

Allora il Mago seppe,

seppe con certezza – e lei glielo aveva confermato con parole proprie, grondanti sdegno, dolore e disgusto

che lei era stata solamente, dolcemente ingenua,

troppo debole per sostenere l’ardore corrosivo d’una Nera Carezza sull’Anima,

troppo romantica nel credere che nell’Oscurità potesse trovare una qualche purezza.

Ed il Mago ammonì se stesso d’un errore antico:

l’errore d’idealizzare,

di credere che la sua Oscura Magia si sarebbe facilmente TRASMUTATA per opera d’una sua Allieva in un Incanto Luminoso

che gli avrebbe dato pace.

 

S’era sempre guardato dal toccare le carni di lei con un moto diverso dall’affetto d’un padre. Non aveva mai preteso niente da lei. Non aveva mai preteso niente da nessuno dei suoi Allievi,

tranne che esserne SUPERATO,

superato e riscattato.

 

Ma perché ciò avvenisse, tutti loro dovevano passare attraverso la sua Oscurità,

indomabili, intrepidi;

giacchè un Mago Nero appartiene a Giano e Kronos-Saturno.

Egli è la Porta da varcare.

Egli è il Padre Divoratore.

Suo malgrado.

 

E dall’eternità egli lotta,

asciugandosi il volto dalle lacrime e dal sangue – versati e fatti versare – e dagli sputi degli ignoranti che lo GIUDICANO senza avere la più pallida idea della maledizione che gli dà senso.

Gli uomini hanno bisogno di Bestie come lui:

neri capri sacrificali nel cui sangue avrebbero affogato tutte le proprie miserie.

Povero lui. Poveri loro.

 

Infine, abbandona la corrente dei ricordi

(d’un Destino condannato a ripetersi, SEMPRE??)

– si ferma, restituisce uno slancio solenne e perfino sensuale al suo busto curvo di anni, pensieri, dolori –

rivolgendo nuovamente lo sguardo alla

 

 

 

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