-L’ALLEANZA fra il padrone e i suoi
operai
Rende l’azienda invincibile.
Un’azienda, dico, in cui tutti, appena
assunti, diventano automaticamente proprietari d’una sua quota azionaria.
La distinzione interna basilare è fra
Menti e Braccia.
Le Menti non possono vantarsi d’essere al
di sopra delle Braccia:
se dopo, diciamo, che so, un anno, il
profitto dell’Azienda – cioè di tutti – risulta in calo,
automaticamente le Menti saranno
licenziate o trasformate in Braccia,
e sostituite da Menti nuove.
Le Braccia possono essere nominate Menti,
e viceversa.
Alcune Menti propongono tattiche, altre
Menti organizzano e coordinano le Braccia.
Le Aziende avversarie sconfitte vengono
fagocitate e riorganizzate secondo il detto modello.
-Ma come possiamo migliorare il mondo
se nessuno di noi riesce a migliorare se
stesso?
Per quanto noi ci sforziamo
D’escogitare utopie e grandi progetti
politici
Tutto, prima o poi, crolla di fronte al
naturale
Istinto di fottere il prossimo per il
Piacere Personale.
Secondo me la soluzione del problema
sarebbe
La creazione d’un Sentimento Perfetto
Che Bianco/Nero/Tenero/Feroce abbracci tutti
Il Mago smette d’ascoltare. Sorseggia
pigramente una vodka, e con essa
Sorseggia le meditazioni di cui i suoi
amici animano il locale notturno
prima di fare baldoria.
Si domanda se sia tutta aria fritta di cui
l’umana ansia di fottere, appunto, si maschera troppo spesso
O se siano presagi del Nuovo Mondo in
agguato che da troppo tempo loro sognano
Quando il suo telefonino squilla.
Riconosce il numero sullo schermo:
appartiene
All’Allieva.
È la prima volta che lei lo cerca
ad un’ora simile, in un simile frangente…
- Avrà superato la prova? -
… suo malgrado, la mano del Piacere lo
afferra – stavolta
stringe, ostacolandogli persino l’atto d’alzarsi dal tavolino,
separarsi dagli amici il tempo necessario
per rispondere alla chiamata di lei,
accostare il telefono all’orecchio
e quando preme il tasto di risposta
la voce che gli parla NON appartiene
all’Allieva. È un’imbarazzata voce maschile…
… l’Uomo di lei.
-…Ti ricordi di me? Lei c’ha presentati
qualche tempo fa…
-Oh, ma certo…
-Senti, so che porti lei ed altri in
Discoteca… posso aggregarmi a te?...
La risposta automatica -Oh, ma certo…- è
ormai padrona della bocca del Mago.
L’Uomo farfuglia due sgrammaticature sul
fatto che lei ora non può parlare – ringrazia – chiude la conversazione.
Frastornato, il Mago torna presso gli
amici… fa per sedersi e… pochi istanti dopo…
Un amico alla sua sinistra lamenta
un’improvvisa, violenta emicrania.
Dieci passi davanti a loro,
una ragazza inonda di vomito l’uomo che
l’accompagnava – ha bevuto troppo? Ha bevuto male? – estinguendo le speranze di
passione che questi pregustava per la notte.
All’ingresso del locale,
esplode una rissa feroce provocata da idee
differenti
sulla carrozzeria di un’automobile.
Infine, il Mago si ritrova assediato da
sguardi ammonitori/interrogativi:
Domanda loro scusa, s’alza di nuovo, spiegando che non può restare (gli amici annuiscono, intuendo), saluta, assicurando che presto avrebbe raccontato loro le sue ragioni…
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