“Nel corso degli anni ho inciso

uno squarcio paziente nel ventre

di questo grigio Drago fottuto, le cui scaglie

son vetrocementoacciaio fumante,

Percorrendo paziente, avantindietro,

le sue arterie, le sue viscere; aperto ho

tenuto questo squarcio infettandolo

più volte del mio piscio, del vomito

della mia merda, delle mie lacrime

del sangue, degli sputi, della sborra

per farne perenne Dimora-Fortezza a

coloro che con me vorranno essere

monito spinoso nelle carni dell’empio antico Mostro.

Noi, MALATTIA DELLA MALATTIA.

 

- Ma non è buono – Non mi vanto – Non ne ho orgoglio. -

 

Eppure, per infetto che io sia

Ho scrutato in fondo al mio cuore, e,

più in fondo dei più bassi Demoni,

vi ho trovato un Desiderio nobile

un Sogno

di cui non dovevo vergognarmi.

 

E Voi, vi domandate

che cosa custodite

sotto sentimenti incerti/tiepidi

aggrovigliati con pensieri angusti?”

 

 

Così scarabocchia il Mago su un foglietto occasionale

Mentre l’Accusa continua a tuonargli contro.

Poi si guarda intorno, timoroso che qualcuno

legga, infine

riduce il foglio a brandelli, mentre avanza la Testimonianza seguente…

 

 

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