Improvvisamente, qualcuno le strappa il suo Uomo di dosso -
L’abbatte con un pugno! –AAAHHH!!-:
È il padre di lei!
(che ci fa qui? È stata lei ad evocarlo qui, incalzata dalla disperazione??
Ma ciò che più l’ha sorpresa è stata la violenza di quel pugno… lei credeva da sempre
che suo padre non fosse nulla più che
un tiepido pantofolaio…)
-TU! Rimetti le mani addosso a mia figlia, ed io…
L’Uomo di lei si rende conto del casino in cui è adesso. Tenta una zoppicante giustificazione…
-Io… io… ho… non so che m’è preso… son successe cose… mi… mi dispiace… le giuro… io… sua figlia… l’amo davvero…
-Tu hai chiuso. Se t’azzardi ancora ad avvicinarti a lei, chiamo la /POLIZIA/.
Lei sgrana gli occhi su suo padre, azzannata dal panico:
suo Padre ha usato
-Io… io ti amo… ti amo… ti
le ripete, con tono sacrale di supplica, il suo Uomo che, rialzatosi, freme, disorientato, disperato, terrorizzato;
indietreggia, allontanandosi sempre più da lei… sparendo, risucchiato dai vicoli.
L’attenzione di lei si volge nuovamente a suo padre:
sta per domandargli cosa ci facc
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